Cosa significa avere impatto sociale per Ricehouse?

 

All’interno di un sistema mondo formato da persone, da cose e da energia e mosse quasi impercettibilmente dal tempo, nasce una nuova visione aziendale. Il nostro obiettivo è generare un impatto positivo per la società in un’ottica di lungo termine, contribuendo a creare le condizioni favorevoli alla prosperità sociale e ambientale, oggi e domani. Dal 2020 Ricehouse diventa una società benefit, un’evoluzione del concetto stesso di azienda: integrano nel proprio oggetto sociale, oltre agli obiettivi di profitto, lo scopo di avere un impatto positivo sulla società e sulla biosfera

Società benefit

Una Società Benefit è uno strumento legale che crea una solida base per l’allineamento della missione nel lungo termine e la creazione di valore condiviso. Non si tratta di Imprese Sociali o di una evoluzione del non profit, ma di una trasformazione positiva dei modelli dominanti di impresa a scopo di lucro, per renderli più adeguati alle sfide e alle opportunità dei mercati del XXI secolo.
Le Società Benefit, perseguono volontariamente, nell’esercizio dell’attività d’impresa, oltre allo scopo di lucro anche una o più finalità di beneficio comune. Per beneficio comune si intende il perseguimento di uno o più effetti positivi (perseguibili anche riducendo gli effetti negativi) su persone, comunità, territori e ambiente, beni ed attività culturali e sociali, enti e associazioni ed altri portatori di interessi.
La società redige annualmente una relazione relativa al perseguimento del beneficio comune, allegata al bilancio, che include le informazioni previste dalla legge per tale relazione. La relazione è resa pubblica attraverso il sito internet della società. La valutazione dell’impatto generato dal perseguimento delle finalità di beneficio comune verrà effettuata dalla società sulla base dello standard di valutazione esterno internazionale B Impact Assessment (BIA).

Quali sono le aree in cui Ricehouse persegue obiettivi specifici di beneficio comune?

 

Gestione delle materie derivanti dalla lavorazione del riso: organizzazione a livello territoriale, di un’attività che sia in grado di sostenere il processo di filiera, aumentare l’offerta occupazionale e di alimentare le esigenze di mercato;

Recupero in maniera sostenibile di fabbricati rurali di servizio, dispersi nelle campagne e dismessi da tempo, per impiegarli come luoghi funzionali, destinati allo stoccaggio e alla logistica così da evitare ulteriore consumo di suolo;

Tutela del sistema ambientale e degli attori coinvolti, favorendo la tracciabilità della filiera, cioè la possibilità di sapere con esattezza quali quantità vengono prodotte, raccolte, e trasferite, a quali destinatari;

Produzione di una risposta virtuosa al problema ambientale direttamente collegato alle pratiche di combustione dei residui nei campi e al conseguente aumento dell’inquinamento dell’aria in termini di polveri sottili e CO2;

Incentivazione delle condizioni di sostenibilità delle produzioni agro-alimentari tradizionali, disincentivando la sostituzione della risicoltura con pratiche poco sostenibili come la conversione delle risaie in colture e pratiche legate ad altri cereali;

Valorizzazione del legame che si è costruito nel tempo tra materia e territorio: una forte leva determinante nelle strategie di marketing territoriale capace di dare evidenza alla dimensione distrettuale di questa nuova e diversa economia;

Disposizione di materiali da costruzione a bassissimo impatto ambientale (energia grigia) che possano rappresentare un contenuto strategico nella definizione di una architettura ed una edilizia a energia (quasi) zero;

Sostegno all’utilizzo delle fibre naturali come reale alternativa ai prodotti petrolchimici;

Mantenimento sul territorio di persone, risorse, conoscenze.